mercoledì 1 giugno 2016

Gianmarco Tricarico - Contro l'egemonia dell'accettato sui nostri princìpi di accettabile

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    È arrivato il giorno. E poi giungerà la notte. E la notte che giungerà sarà la notte più sbagliata, non ve lo nego.
    Non ci sarà giustizia per voi.
    Piccoli atti di forza.
    Piccoli atti di debolezza.
    E che siano quindi le debolezze a renderci forti e se a volte ci sentiamo strani o facciamo cose strane riteniamoci fortunati. Riteniamoci fortunati perché loro non ci capiscono.
    Siate poco chiari
    Siate imperscrutabili
    Siate, nell'incomprensione, spassionati.
    Non è un elogio al pressapochismo.
    Siate dunque minuziosi nel confondervi.
    Ma che affamati! Ma che folli!
    Siate l'anomalia che non segue il senso.
    Siate stupore soprattutto per voi stessi.
    Siate acque torbide e burrascose.
    Concedetevi limpidezze provvisorie ma ritornate a covare impeti.
    Siate voi l'incomprensibile per non rimanere i soli a non comprendere. Regalate incomprensioni.
    Regaliamo incomprensioni.
    Disorientiamoci per disorientarli. Se siamo ingranaggi di una macchina smontiamoci, saltiamo via come bulloni, se siamo mattoni sfiliamoci sul Red Carpet. Diem. Poi inseriamoci nuovamente. Facciamo tremare, non crollare, ma senza averlo troppo bene in mente.
    Cospiriamo, cospiriamo nell'assenza di senso, lì ancora non ci possono capire perché non ci possono sentire.

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