giovedì 26 febbraio 2015

Non è questo il post molto importante

Avevo insomma in mente questo nuovo post molto importante, non questo, un altro, e mi son detto bene, lo scrivo e lo pubblico subito, in modo che la linea editoriale della casa editrice gigante possa essere una linea Salda, una linea Forte, Stabile, Resistente agli agenti letterari esterni.
Quel post lì, quello molto importante, portava anche alla luce alcuni dati molto rilevanti, cose che possono far traballare interi sistemi di industria internazionale, un post talmente rivoluzionario, quel post lì, che quasi quasi viene da tremare ancor prima di averlo scritto, con tutte le valanghe di conseguenze che si verrebbero poi a creare, ammassate e inarrestabili, le conseguenze, una sopra all'altra e ancora una e ancora un'altra.
Certo però che per un post del genere bisogna preparare il terreno, non lo si può gettare in mezzo alla rete così. Bisogna prima avvisare gli uffici stampa, tutti, poi mettere in allerta qualcuno, va bene anche un passante, un architetto, l'importante è diffondere un po' d'ansia subito, prima ancora della pubblicazione del post molto importante.
Insomma, ci sono talmente tante cose da fare, prima di poter pubblicare quel post molto importante, bisogna pensare a strategie lungimiranti, piani almeno quinquennali che insomma, per ora non l'ho mica scritto quel post lì, per ora ho scritto questo ma, no, non è questo il post molto importante.

lunedì 9 febbraio 2015

Interviste molto impossibili

Siamo andati da un pezzo di legno:
perché? gli abbiamo chiesto
come mai? com'è successo?
niente.

C'erano poi dei bulloni: subito domande incalzanti:
Quando è cominciato? Quali sono le sue considerazioni?
niente.

Poi con una pietra:
Da quanti anni? Quali sono i motivi, le cause, le ripercussioni?
niente.

Tazza da colazione:
siamo sicuri che sia giusto così?
dobbiamo continuare in questa maniera?
niente.

Straccio da pavimento:
Cosa ne pensa della condizione attuale?
Quali saranno le conseguenze?
niente.

Tornati a casa soddisfatti.
Avevamo dell'ottimo materiale.
pietra

venerdì 6 febbraio 2015

Giacomo Sandron - Dovrebbero darmelo uno stipendio

Dovrebbero darmelo uno stipendio
mensile
per stare
fermo
fuori da un bar
in piedi o seduto
a bere bicchieri di vino
bianco o nero a seconda
di come gira il vento
del gusto del momento.
Attaccare bottoni alla gente che passa
dirci delle cose che chissà
di quelle che si dimenticano
fatti due respiri,
dare due pacche sulle spalle
a chi si appoggia al bancone
come se avesse una pietra
legata in ta ‘l collo
far finta de creder che mi son mejo,
vardar e femene, come le se move,
pensare all’amore con tutte
dedicare ad ognuna ad ogni passo che fanno
una vita intera che non ci sarà.
Sì, mi dovrebbero pagare
per stare
fermo nascosto al di là di un bicchiere
a far finta davvero a far finta
che non esista il resto
che mai esisterà
ma me solo e il pensiero
che questa vita la possa esser
leggeraleggeraleggeraleggeraleggera
come ‘sto ventisel
che me caressa.
Illustrazione di Irene Valente
In questi giorni, il 6, 7, 8 febbraio, Sandron è in giro per il Friuli a presentare la sua recentissima raccolta "cossa vustu che te diga" edita da Samuele Editore.
Trieste, Pordenone, Gorizia.
Metto qui il manifestino:

giovedì 5 febbraio 2015